Gay & Bisex
Babbo Natale e l'Angioletto monello
di Calidamanus
10.12.2020 |
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"“E domani ti darò il tuo regalo, Angioletto..."
Avete mai sentito parlare del Coro dei piccoli di san Carlo? Penso di no, perché si tratta di un irrilevante coretto di un paesino di montagna, perso lontano in una zona montuosa della provincia italiana a nord-est. Certo, come immaginate i villici ci tengono molto, perché è una delle occasioni grazie alle quali i loro pargoletti escono di casa e non rompono le scatole. E poi, la bellezza dei saggi: quando mamme, nonne e zie rimirano i loro mocciosi mentre intonano soavi melodie, lacrime di orgoglio e commozione non mancano mai di scorrere copiose.Insomma, nel suo piccolo, il coro è importante e sentito in paese.
Lo dirige da un paio d'anni Matteo, un ragazzo sui venticinque anni: per lui è un lavoretto con cui arrotondare un po' e, comunque, un modo per mettere a frutti i suoi studi musicali in conservatorio. Nella sua permanenza, con i modi educati, la capacità di valorizzare i marmocchi e tollerarne i difetti, è diventato un beniamino per le famiglie del paese.
Ora, come immaginate, alle porte del Natale è fremente l'attesa per il tradizionale spettacolo del coro: per un altro anno, Adeste Fideles e Astro del Ciel saranno intonati con la soddisfazione di un pubblico più generoso che competente.
I bambini, dai cinque ai dodici anni, sono molto presi dalle prove: siamo alla generale, e Matteo è aiutato da un amico di tre anni più giovane, Tommaso. Tommaso è uno studente universitario che con la musica ha un po' bazzicato, e quando il suo amico gli ha chiesto una mano, ha accettato. Si conoscono da sempre, anche perché i ragazzi del paese che non se ne vanno sono davvero pochi, e sono stati compagni di birrette, di escursioni e di innocenti passatempi.
Il 23 dicembre Matteo ha appena ricevuto una brutta notizia: l'Arcangelo Gabriele ha il morbillo. Si trattava di Valentina, una ragazza di sedici anni che avrebbe dovuto aiutare il coro interpretando alcune letture sceniche e facendo da presentatrice. Questa defaillance proprio il giorno delle prove generali non ci voleva, il giovane maestro di coro è alle prese con un bel problema.
Ci sta pensando e non trova soluzione, quando si apre la porta della sala prove ed entra Tommaso: non molto anno, ha dei capelli mossi e biondi che gli arrivano alle spalle, la carnagione lattea, gli occhi azzurri, una bella boccuccia rossa. Avete avuto anche voi la stessa idea di Matteo?
“Tommi, lo devi fare tu l'angelo!”, gli dice lui, tutto entusiasta.
“Ma che cazzo dici?”, risponde ridendo l'amico. “Ma figurati”.
“No, no, aspetta, pensaci”.
“Scusa, come ti è venuta questa ideona?”, gli chiede Tommaso inarcando le sopracciglia.
Punto primo (lo sapete voi e lo sa Matteo): lusingare.
“Beh, sei bravissimo a leggere, hai una bella voce. E poi essendo stato sempre alle prove, conosci benissimo la scaletta, sai mantenere calmi i bambini... sarebbe perfetto”.
Tommaso non sembra convinto: “Non so Matteo, ti dico la verità... non è che mi vada tanto”.
Punto secondo: rinfacciare.
“Però io tutta l'estate ad aiutarti con tedesco l'ho fatta, vero?”, gli ricorda Matteo. “E il trasloco di tua zia il mese scorso...? E...”.
In effetti la lista è piuttosto lunga, perché Tommaso è uno di quegli amici che sembrano avere sempre bisogno degli altri, mentre Matteo appartiene decisamente al genere dei buoni samaritani.
Dunque Tommaso si sente propenso ad accontentarlo, ma non è ancora convinto.
“Ma scusa, io non ho un vestito adatto, come facciamo in un giorno?”, chiede.
“Vedrai che non sarà un problema... Alla fine Valentina è abbastanza ben piazzata e tu non sei proprio un gigante; comunque penso che possiamo anche provarlo subito il vestito, non dovrebbe averlo nemmeno portato via...”, risponde Matteo, iniziando ad andare verso un grande armadio.
Per Tommaso le cose stanno succedendo un po' troppo velocemente.
Matteo apre l'armadio e tira fuori il costume: si tratta in realtà di una veste di raso bianco, piuttosto semplice.
“Ecco qua... dai, prova, prima che arrivino i bambini”, esorta Matteo, che sa di avere pochi istanti ancora.
Tommaso risponde perplesso: “Davvero devo?”, alzando gli occhi al cielo.
“E dai, fallo per me”, implora Matteo, con un sorriso seducente.
Ho detto seducente? Beh sì.
Perché vedete, tra i due ragazzi c'è una certa tensione nell'aria già da anni. I bagni nel torrente nel bosco, le sere insieme fino a tardi a vedere serie tv, anche le semplici passeggiate nei dintorni del paese: l'avete capito anche voi, quei due si piacciono.
Non sono mai andati oltre a qualche sguardo di desiderio, a delle “pacche” molto amichevoli, a delle fantasie strettamente personali... ma si piacciono senz'altro, e ciascuno dei due sospetto che tale attrazione sia reciproca, anche senza averne avuto prova incontrovertibile.
Così, Tommaso decide: senza particolari pudori, si sfila il pullover, restando con la maglietta intima aderente nera. Poi leva le scarpe e i jeans, mostrando gli slip grigi forse un po' troppo piccoli ormai, che stringono e fasciano un bel sedere.
Tommaso sa che Matteo lo sta guardando con interesse, e sente anche l'uccello farsi un po' più duro.
“Posso avere la mia veste, signor maestro?”, motteggia l'amico.
Matteo gliela passa, e mentre Tommi la infila rimira le spalle muscolose e la schiena contrarsi nel movimento.
Ed ecco, l'angelo appare in sala prove: a Tommaso viene da ridere, e la luce divertita riverbera dai suoi occhi azzurri, mentre scruta la reazione dell'amico.
Matteo guarda compiaciuto, la veste per fortuna cade molto bene: non è molto lunga, arriva a metà coscia. Anche in quel caso, il sedere di Tommaso risulta prominente in modo sfacciato. C'è solo un problema.
“Mi sa che canottiera e mutande li devi levare, sono troppo scuri e si vedono sotto, è orribile”, segnala subito.
Tommaso alza ironico gli occhi al cielo e si sveste per un momento dai panni angelici.
Leva la canotta, si volta di spalle con falsa modestia e si abbassa anche gli slip. Rimette la veste non senza aver regalato a Matteo una bella visuale del suo culetto tondo e bianco, con appena un po' di peletti biondi.
“Ecco fatto. Riterrò tua responsabilità che la sala abbia un riscaldamento adeguato e i miei gioielli non sentano spifferi!”, fa presente con una smorfietta.
Matteo vorrebbe continuare ad avere per se quell'angelo peccatore, ma puntuali i primi bambini del coro arrivano alla prova: schiamazzano dappertutto, chiacchierano contenti e quando riconoscono Tommaso nei panni dell'angelo sono davvero divertiti, scherzano con lui e qualche mamma scatta anche delle foto.
Tommaso è la star del momento, per nulla imbarazzato di mostrare le gambe nude e di essere al centro della scena.
Ma prima il dovere, ricorda Matteo, e così dà il via alla prova.
Il coro fa il suo dovere, districandosi con simpatia (se non sempre con perizia) tra Jingle Bells e altre carole, anche Tommaso si orienta con la scaletta e porta a termine i suoi compiti appena ricevuti. Insomma, gli auspici per il giorno successivo e per l'atteso spettacolo sembrano molto buoni.
Andando via, una delle mamme si avvicina a Matteo e a Tommaso, sussurrando con aria da cospiratrice e porgendo un involto: “Matteo, qui ti ho portato il costume da Babbo Natale... per la sorpresa ai bambini domani dopo lo spettacolo. Provalo che se ci sono modifiche da fare domani mattina mi avvisi subito. A domani ragazzi!”.
Matteo ringrazia la pia donna mentre anche le ultime persone escono e la sala si svuota. Tommaso lo scruta con un'aria maliziosa, come trarne vantaggio.
“Cos'hai da fissare, angioletto?”, chiede Matteo.
“Beh, io ho già provato il mio vestito, ora vorrei vedere te come Babbo Natale, mi sembra il minimo”, pretende Tommaso.
“Va bene, va bene, vedrai che resterai tu la star e io sarò appena notato”, commenta Matteo con modestia iniziandosi a svestire.
Ma perché poi tanto modesto?
Ha un bel viso, incorniciato da capelli castani corti e ricci e una barba altrettanto corta. Un fisico tonico, due belle braccia pelose... Tommaso non trova nulla che non vada.
Ed ecco un Babbo Natale un po' su generis, decisamente più giovanile senza barba bianca e più sexy con la giacca rossa aperta su un petto nudo e villoso.
Tommaso rinuncia a qualunque aureola e con una vocina sciocca dice: “Sai Babbo Natale, anche io vorrei un regalino quest'anno... ma non mi sono ricordato di scrivere la letterina”, e sbatte le ciglia sugli occhioni celesti.
Babbo Matteo sta al gioco: “Oh oh oh, Angioletto, non preoccuparti, in qualche modo faremo! Ma come faccio a sapere che sei stato davvero bravo? Devo prima sapere se sei stato monello...”.
Tommaso si porta un dito alla boccuccia con aria smarrita. Si siede di fronte a Matteo e accavalla le gambe, sentendo la veste risalire un pochino. Non è certo di cosa veda il suo amico tra le sue gambe.
“Forse, qualche volta sì, sono stato birichino Babbo Natale...”.
“Accidenti... secondo me sì che lo sei stato, sicuramente hai fatto impazzire il tuo amico Matteo per esempio”.
“Ma io voglio i miei regali... come possiamo fare?”, dice quello spudorato angelo, aprendo e socchiudendo le cosce.
“Beh, secondo me... una bella sculacciata sulle ginocchia di Babbo Natale e saremo a posto!”, propone a questo punto Matteo, curioso di vedere fino a che punto è disposto ad arrivare stavolta Tommaso.
In realtà il ragazzo non aspettava altro. Per amore della parte però dice ancora: “Non mi farai troppo male, vero?”.
“Oh oh oh, Babbo Natale non esagererà, ma adesso vieni qui, bell'Angioletto. Siediti sulle mie ginocchia, così. Vedrai che quando avrò finito con te sarai buono per un bel pezzo. Oplà”.
E, così detto, si rovescia Tommaso sulle ginocchia.
La vestina da angelo risale, ormai il fondo del sedere s'intravede.
Matteo inclina ancora un po' il busto di Tommaso ed ecco farsi notare anche le palle e la punta del pisello girata all'indietro.
“Non vorrei che prendessi freddo, cominciamo a riscaldarti”, dice Matteo.
SPANK, SPANK, SPANK!
“Ahi, Babbo, che mano pesante”, protesta Tommaso. In effetti pensava a una cosa più leggera...
“Zitto, piccolo, te la sei cercata tu”.
SPANK, SPANK, SPANK!
SPANK, SPANK, SPANK!
Tommaso comincia ad agitare un po' le gambe, la sensazione si fa via via scottante.
“Resta fermo, birbante!”.
SPANK, SPANK, SPANK!
“Ahi, ahiiii!”, esagera un po' Tommaso.
Matteo pensa allora di lasciare un po' in pace quelle belle cosce, ora di un bel rosa vivido.
Solleva la veste bianca a esporre due meloncini paffuti, candidi, con un cenno di peluria sottile e bionda.
“Mhmm, cosa abbiamo qui? Si direbbe il regalo che ho chiesto io!”, dice il nostro Babbo Natale perverso.
Passa finalmente la mano su quel sedere tanto rimirato, proprio con la gioia di ha ricevuto un dono ambitissimo.
“Sapevo che ti sarebbe piaciuto”, ride Tommaso.
“Zitto tu, monellaccio”, replica Matteo, dando inizio alla sculacciata sul culetto.
SPANK, SPANK, SPANK!
“Se vuoi il tuo regalo dovrai essere molto più buono”.
SPANK, SPANK, SPANK SPANK!
“Ti meriteresti un sacco di carbone!”.
SPANK, SPANK, SPANK!
“Sarò buono, prometto”, tenta Tommaso. “Basta però adesso!”.
“Lo dico io quando sarà abbastanza”, proclama Babbo Natale.
SPANK, SPANK, SPANK!
Il sedere è ormai bello arrossato.
SPANK, SPANK, SPANK!
“Ohiiii!”, scalcia l'angioletto.
Ma è troppo bello, Matteo non riesce ad averne abbastanza.
SPANK, SPANK, SPANK, SPANK!
Si scatena, ci mette velocità e forza.
Forse troppa?
Tommaso emette una serie di urletti: “Ahi, ahi, cazzo che stronzo!”, e geme.
Matteo teme di aver esagerato.
Avrà mica già rovinato il gioco.
“Dai, dai, ho finito”, dice con una carezzina alle chiappette rosse.
Cerca di sincerarsi di cosa provi realmente Tommaso e lo palpa sui genitali.
Il pisello dell'angelo è duro e bagnato.
Lo aiuta a rialzarsi e se lo siede in braccio, di traverso.
“Povero Angioletto, ora è tutto finito...”, dice con tono falsamente consolatorio.
“Lo spero bene!”, dice Tommaso.
Dimena un po' il sedere ancora lievemente contuso.
Sente qualcosa.
“Dì un po' Babbo Natale... hai il mio regalo in tasca o sei felice di avermi sulle tue ginocchia?”, chiede, strizzando il sedere sopra il pacco duro di Matteo.
E continua l'angioletto: “Comunque so che devo aspettare domani per il regalo, ma non hai proprio niente per consolarmi?”.
Prende intanto la mano di Matteo e se la poggia sulle cosce.
Felice, Babbo Natale concede: “Ti sei meritato un piccolo anticipo, sì”.
E lo accarezza, pronto a dare soddisfazione a quel membro. Su e giù, su e giù, mentre con la testa bionda Tommaso si strofina sul suo collo.
Geme.
“Oh, oh... continua, Babbo Natale”.
E Matteo obbedisce, fino all'orgasmo che solo per un'attenta manovra non macchia irrimediabilmente la veste.
“E domani ti darò il tuo regalo, Angioletto. Tutto quanto!”, promette Babbo Natale.
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La vigilia di Natale, a San Carlo Carnico la giornata è proprio come dev'essere. Alle 18 finalmente il paese potrà ritrovarsi nel piccolo teatro e spasimare per i giovani cantori, giusto in tempo perché ogni famiglia corra nella propria casa a consumare una cena festosa in allegria.
Matteo e Tommaso hanno però fatto sapere ai rispettivi famigliari che loro due a cena dovranno dare forfait: sono infatti d'accordo per stare un po' insieme fra loro, a continuare ciò a cui ieri hanno dato ufficialmente il via.
Gli intimi contatti del giorno prima hanno occupato le notti dei due ragazzi, che però il 24 si sono dovuti risvegliare pensando invece alle tante piccole cose da fare prima di Natale: tra commissioni, preparativi e incombenze varie, la giornata passa con grande velocità, proprio come entrambi desiderano.
Un po' prima dell'arrivo dei coreuti, si incontrano nei camerini del teatro.
“Sta per tornare il tuo angelo preferito”, annuncia soddisfatto Tommaso.
Matteo ride, incrocia le braccia e osserva l'amico spogliarsi dei panni terreni.
“Meno male, devo controllare se in paradiso si sono presi cura del suo culetto, ieri aveva delle tonalità piuttosto infernali”, commenta.
Tommaso si leva i pantaloni e, inclinando la testa bionda, svela una delle sue sorprese del giorno: per evitare di far notare la biancheria sotto la veste bianca, ha indossato un jockstrap.
“Che ne dici?”, chiede con un sorriso, contraendo il bel sedere con le mani appoggiate sui fianchi.
“Molto bene, celestiale!”, approva Matteo con una pacca.
“Giù le mani!”, ammonisce Tommaso. S'infila la veste.
“Mamma mia che freddo, già lo so che finirò per ammalarmi. Potevi anche avvisare che accendessero il riscaldamento per tempo”, recrimina, con la pelle d'oca.
“Ho pensato io alle tue gambe”, risponde Matteo, porgendogli dei collant bianchi. “Dai, te li metto io”, propone poi, abbassandosi davanti all'amico.
Tommaso si appoggia alla sua spalla e lascia che il maestro di coro gli infili quell'indumento a lui nuovo, che salendo lungo le gambe gli procura una strana sensazione. Matteo esplora l'inguine sistemando i collanti sopra il jockstrap.
“Santo cielo, qualcuno è proprio eccitato”, sussurra da dietro a Tommaso. Gli si appoggia addosso, per far sentire che anche lui non è indifferente al momento.
Solleva la veste di Tommaso, con una mano gli accarezza il petto e con l'altra lo palpa davanti, mentre friziona lievemente i lombi contro il sedere sculacciato solo la sera prima.
Affonda il naso nei capelli biondi di Tommi, che sanno, come sempre, di buono.
L'abbraccio potrebbe durare per sempre, potrebbe farsi amplesso... ma i rumori non lasciano scampo: i primi bambini accompagnati dai genitori stanno entrando nel teatro.
Velocemente Matteo si scosta e molla una sculacciata a Tommaso: “Ti aspetto sul palco, ricordati le ali!”.
Così, arriva il concerto natalizio del Coro dei Piccoli di San Carlo.
Per un'altro anno la tradizione è salva.
Ancora una volta, le melodie natalizie risuonano nel teatro di paese.
Come sempre, padri affettuosi inquadrano i pargoletti con i telefoni, mentre le mamme si commuovono e pensano “il mio è più bravo”.
L'angelo presentatore è bravo, sciolto, pure carino (constata più di qualcuno). Ma la serata conosce una svolta inattesa quando i bambini al finale vedono le luci abbassarsi e un babbo natale spuntare da dietro le quinte: è Matteo, il loro maestro, che sotto le spoglie di Santa Claus distribuisce a tutti i primi doni della serata. Si tratta solo di dolciumi, ma i piccoli sono molto soddisfatti.
Un ultimo bis per la gioia di tutti, poi tripudio di applausi, foto di gruppo e via dicendo.
Le famiglie cominciano ad andarsene, salutando Matteo e Tommaso e facendo gli auguri di rito. Loro sono gentili ma impazienti di proseguire la serata...
“Non penserai mica di cambiarti, vero?”, chiede Tommaso a Matteo. “La serata prosegue vestiti così, è la vigilia!”.
Matteo ride e lo asseconda, del resto sarà il suo amico a sfidare il freddo dell'esterno in abitino da angelo.
Fra l'altro (ci credereste?) inizia anche a nevicare dolcemente: tutto e pronto per una magica vigilia di Natale.
I ragazzi salutano il custode e si avviano verso casa: abitano uno di fronte all'altro, per fortuna davvero a due passi dal teatro.
“Ti raggiungo subito, prendo il tuo regalo”, dice Tommaso.
Matteo intanto entra in casa, controlla che il camino sia acceso, che le lucine dell'albero sfavillino a dovere e che in forno ci sia la porzione di pasticcio di cui ha defraudato sua zia.
Ma perché mai Tommaso gli ha preso un regalo? Non basta dargli quel bel culetto, si domanda Matteo sedendosi sulla poltrona a riscaldarsi.
La porta si apre ed entra Tommaso, che una volta dentro gira la chiave sulla serratura interna.
Ora sono indisturbati.
“Oh finalmente, mi stavo addormentando”, recrimina Matteo.
“Ma come Babbo, con tutto il lavoro che ti aspetta stasera”, protesta Tommaso, di nuovo con la vocina delll'Angioletto.
Toglie a Matteo il cappello da Babbo Natale e gli sfila parrucca bianca e barba: “Sembravi proprio un daddy, ti preferisco così”, e gli schiocca un bacio sul naso.
Matteo ride, felice del gesto di affetto, e in un baleno si trova Tommaso sulle ginocchia.
L'amico gli porge un pacchetto: “Ecco, è il tuo regalo”.
“Grazie, non avresti dovuto. Mi sento uno schifo a non averti preso nulla... lo apro a mezzanotte?”.
“Oh no”, si adombra l'Angelo. “Vedi, in un certo senso è anche il mio regalo, e non voglio più aspettare. Avanti, scartalo!”.
Matteo apre l'involucro curioso... e si trova nelle mani una sorta di paletta di cuoio, di quelle che in inglese si chiamano paddle, con un buco a forma di cuore proprio nel mezzo. Da bravo frequentatore dei giusti siti fetish, sa bene a cosa servirà.
“Oh, grazie! È per sculacciarti?”, chiede contento.
“No. Beh, forse in futuro. Ma per adesso, serve a sculacciare te”, risponde l'Angioletto divertito. “Ti ho detto che questo è anche il mio regalo...”.
“Ma non ne avevamo mica parlato”, protesta Matteo.
Tommaso si alza, si mette di spalle e solleva leggermente la veste.
Muove il sedere fasciato dai collant bianchi.
“Le vedi queste due bianche nuvolette, Babbo? Se vuoi vederle ancora meglio, ti tocca una bella punizione per non aver preso nessun regalo al tuo angioletto”.
Matteo ritiene meglio cedere ammorbidire la sua posizione, mentre un altro pacco è invece assai duro.
In fin dei conti Tommi non gli farà molto male. Giusto?
“Va bene, va bene, come vuoi! In fin dei conti è quasi Natale”, dice gioviale, da buon Babbo Natale.
“Ecco, bene!”, ride felice Tommaso, sedendosi sul grande divano proprio a fianco al camino scoppiettante.
“Vieni un po' qui, Babbo”, lo chiama a sé col dito. “Accomodati”.
Matteo un po' in imbarazzo per quel ruolo inatteso si mette a culo all'aria sulle ginocchia di Tommaso.
Contemplando il pavimento si dice che la sensazione è piuttosto intensa, non è sicuro di cosa gli sia piaciuto di più, se questo momento o ieri quando...
SPANK!
Forse gli era piaciuto più ieri, decide quanto sente arrivare il primo colpo sul culo.
“Sei stato molto cattivo a sculacciarmi ieri”, lo apostrofa l'Angelo.
“Questo culetto non merita nessuna protezione”, continua, abbassandogli i calzoni rossi e le mutande.
L'Angelo palpeggia Babbo Natale: non può vederlo arrossire (non in viso), ma ne percepisce il disagio.
Il controllo qualità è soddisfacente: un sedere più peloso di quello di Tommaso, ma ben proporzionato.
SPANK! SPANK! SPANK! SPANK!
I colpi della paletta atterrano ritmicamente sul culo illuminato dal fuoco.
SPANK! SPANK!
“Sei stato proprio cattivo ieri”, lo sgrida l'Angelo.
SPANK! SPANK!
“Avevi un culetto angelico tutto per te e hai saputo solo sculacciarlo”.
SPANK! SPANK!
“Ma stasera vedrai che te ne faccio pentire io!”.
SPANK! SPANK! SPANK!
La paletta è ben più pesante che una mano, e quel foro al centro dà proprio fastidio.
Matteo inizia a dimenarsi.
SPANK! SPANK! SPANK!
“Basta, basta, mi dispiace...”, inizia a implorare.
“Non abbiamo ancora finito, cattivone!”, ride l'Angelo.
SPANK! SPANK! SPANK!
Ora Matteo tra un colpo e l'altro si fa sfuggire dei gridolini e scalcia un po'.
“Bene, direi che può bastare...”
Babbo Natale si rilassa alla notizia.
“... almeno per quanto riguarda la paletta”, conclude però l'Angelo.
SPANK! SPANK! SPANK!
Ora è la mano a dar seguito ai colpi.
Sono più leggeri, ma arrivano in una zona già assai bombardata.
“Che sederotto caldo”, commenta l'Angelo.
SPANK! SPANK! SPANK!
“Ohi, ohiiii, ohiii!”, geme Babbo Natale.
“Prometti che sarai più buono? E che tratterai meglio gli angioletti, perlomeno il qui presente?”, chiede Tommaso.
“Sì, stronzetto...”, ringhia Matteo ancora con le lacrime agli occhi.
SPANK!
“Prego? Non ho sentito...”.
“Sì, angioletto, volevo dire...”, si corregge.
“In tal caso...”, commenta l'Angelo malizioso. Termina così la sculacciata e carezza dolcemente le natiche punite, tutte rosse.
Col dito, passa lungo il solco del sedere, anche quello un po' peloso, ma per lui non è certo un problema.
L'indice arriva al buchetto e lo percorre a lenti circoli, piano e dolcemente, finché una falange non entra a farsi sentire.
“Allora Babbo, hai qualcosa per me?”, chiede l'Angelo, disposto a quanto pare ad accantonare la castità.
Lascia che Matteo si rialzi, e mentre lui si massaggia il culetto con aria un po' offesa, Tommaso si sfila la veste bianca.
Resta a torso nudo, con le gambe ancora fasciate dai collant bianchi, che modellano polpacci, cosce e glutei in tutta la loro avvenenza.
Ancora una volta, inclina la testa bionda e guarda provocante il suo amico.
Matteo si alza, si inginocchia davanti al biondo angelo terreste e gli abbassa piano piano i collant, approfittandone per tastarlo. Tocca infine al jockstrap, e si trova a rimirare anche un pisello di medie dimensioni, dritto sotto la soffice nuvola bionda del pube.
Apre la bocca e si avvicina, prendendo l'amico per il sedere.
Inizia a leccare l'asta sempre più dura, con colpi brevi e rapidi.
Con le mani intanto impasta le natiche.
Ora ciuccia con avidità la punta del pisello, passando la lingua sul prepuzio. Sa però di non dover ancora esagerare, quindi comincia ad alzarsi e lo bacia sul ventre, sull'ombelico, salendo al petto dove trova i piccoli capezzoli eretti.
Li mordicchia dolcemente, mentre l'altro lo abbraccia.
“Oh, Babbo Natale...”, scherza Tommaso.
Si baciano, la testa bionda contro quella castana e ricciuta.
Intanto anche i pantaloni rossi e le mutande di Matteo sono definitivamente tolti, e mentre lo scambio di baci continua i piselli eretti si scontrano e si strofinano.
“Sei pronto per il tuo regalo, Angioletto?”, chiede Matteo.
Tommaso sale in ginocchio sul divano, appoggia il busto alla spalliera e si volta invitante verso l'amico.
Matteo s'inginocchia e giace in adorazione di quel culo perfetto nel suo candore, liscio e appena decorato di biondi peletti. E chi ci pensa più al Pandoro?
Affonda la testa contro il sedere, prima lo mordicchia, poi si concentra sul solco con la lingua, poi ancora sul buchino.
Con una mano lo sculaccia leggermente, stavolta non per punire, ma per godere di quella consistenza perfetta.
Sente il suo Angioletto gemere di piacere e non resiste più.
Si alza, si cosparge svelto di lubrificante il membro duro e caldo, si appoggia con un po' di pesantezza contro il biondino e lo penetra.
Sono colpi secchi, più passionali che dolci.
L'altro emette dei versi, che parlano un po' di dolore ma molto di piacere. E per non trascurare il piacere di Tommaso, Matteo continuando a stantuffarlo gli afferra il pisello e lo accarezza.
Non importa chi prima abbia raggiunto l'orgasmo: arriva con intensa soddisfazione per tutti e due, che poco dopo sono nudi e abbracciati sul divano, contenti davanti al fuoco.
L'Angelo osserva il suo Babbo Natale e lo avvisa: “Stasera non te ne vai in giro per nessun motivo, resti qui con me”.
“Va bene, Angioletto”.
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